Tutti gli anni, un bel giorno di primavera, a Brandizzo, le scuole primarie non vanno in classe, per radunarsi all’aperto con tanti stand di svariate realtà associative/sportive, come la nostra, che cercano di trasmettere ai bambini un messaggio di benessere, di vita buona. Noi cerchiamo di farlo parlando loro di Africa, di modi di vivere, di culture, puntando l’attenzione sull’importanza della diversità fisica e culturale.
E così negli anni, in un’equa alternanza tra spiegazione e gioco a tema, abbiamo aperto loro una finestra sul come giocano in Africa, quali strumenti musicali usano o come vestono ma anche argomenti un po’ più impegnativi.
I bambini africani hanno indubbiamente molto da insegnarci sul come giocare, o meglio, sul come non annoiarsi quel che poco che hanno a disposizione:
L’argomento è stato introdotto tramite il confronto fra la nostra piramide alimentare (cosa dovremmo mangiare e che spesso non mangiamo per scelta) e la piramide africana (cosa mangiano i bambini congolesi, molto spesso per scelta obbligata)
Con l’obiettivo di sensibilizzare i nostri bambini sulla condizione di disagio sociale (non benessere) che spinge i loro coetanei africani ad abbracciare le armi. Attraverso domande dirette in un clima di ascolto attivo si è cercato di dare una risposta a queste domande: perché questi bambini decidono di prendere parte alle ostilità in tenera età nonostante la convenzione di Ginevra lo proibisca? Cosa fanno questi bambini soldato una volta arruolati? Perché in RdC (Repubblica democratica del Congo) i gruppi armati, fomentati dalle multinazionali estrattrici delle preziose risorse minerarie di cui è ricchissimo il paese, utilizza proprio i bambini per certe loro azioni?
Con l’obiettivo di sensibilizzare i nostri bambini sulla minore opportunità di accesso all’istruzione che hanno i loro coetanei africani, con conseguenti minori possibilità di realizzarsi professionalmente.
Il gioco presentato ai ragazzi “Va e costruisci la tua scuola” aveva l’intento di stimolare la creatività nel costruire un’aula partendo dal poco materiale messo a disposizione, ma anche aprire gli occhi su una realtà nella quale non è per nulla scandaloso portarsi la sedia da casa perché la scuola non ne ha per tutti.
Con l’obiettivo di far conoscere le tribù africane ed il loro modo di stare assieme, e confrontarlo con le nostre tribù di oggi, la rete di internet, che rende facile l’aggregazione di persone che condividono la stessa visione delle cose, interessi, hobby, ma che vivono in quattro differenti angoli del mondo. Nei giochi è stata stimolata la voglia di fare comunità nello spazio fisico e di entrare in relazione con gli altri, in perfetto stile “UBUNTU” (io sono perché noi siamo).